Buongiorno care amiche e cari amici borsomaniaci, ma non solo... eccoci qui per il nostro appuntamento, con tazza di caffè per parlare a sproposito di ‘Trittico’.
Come sempre ricorro all’unica enciclopedia ancora utilizzata e citata (sicuramente dalla sottoscritta), la Treccani:
trìttico: s. m. ‘triplice, piegato in tre’.
Il significato è sempre lo stesso! Che si tratti dello scrittorio usato per note e appunti, composto di tre tavolette della Grecia antica, dei tre elementi che compongono il Polittico, una forma d'arte Sacra, o di Opera teatrale, letteraria, musicale, costituita di tre parti.
Come vi raccontavo la scorsa settimana Il Trittico è il mio primo progetto a proposito di borse. Proposito non sproposito: lo sproposito è il mio raccontare... il proposito è più adatto per spiegare da dove sono partita quel giorno in cui ho deciso di progettare la borsa ‘su misura per me’.

L’idea nasce nel gennaio del 2010, anno che insieme a quello in corso per me sono cosiddetti ‘giri di boa’… essendo anni in cui compio i famosi anta: trenta, quaranta, cinquanta, e vabbè avete capito... sono momenti in cui mi soffermo con più attenzione a tirare le somme della strada percorsa (mai voltarsi indietro con rimpianto ma con la consapevolezza dell’esperienza raccolta) e guardo avanti con determinata progettualità.
Mi rendo conto ora, che sono caduta nello ‘a sproposito’ perciò non volendo sottravi troppo tempo, rimando alla prossima settimana la parte ‘a proposito’ cioè la descrizione del progetto.
Vi lascio almeno le caratteristiche che ho sempre desiderato nella borsa e che mi hanno portato a progettarla: pratica, leggera, facilmente riponibile, personalizzabile e possibilmente lavabile.
Qui mi fermo e vi lascio immaginare come io possa essere arrivata al Trittico.
Appuntamento alla prossima settimana con il ‘Trìttico’ nella sua unicità.